lunedì 4 agosto 2014

Argento / Piombo

il mattino mi saluta con la mano
sulle foglie già bagnate cade ancora
delicata di uno scroscio che si attarda
questa pioggia di un'estate malriuscita
in una primavera sconfinata
e ogni ticchettio porta un pensiero
che ci culla nel suo seno di fragranze
che pozzanghera ristagna nel mio petto
così sarà più dolce il mio decollo
tra zanzare ossessive di ricordi
nel cielo mitigato
le traiettorie strane
dal tetto delle nubi sotto il cosmo
misture di passato nebulose
diventa casa anche l'ignoto
si somma il peso nel respiro
e non è troppa l'escursione
e quando guardo il mare spento
del mio collo rivolto verso l'alto
non so sfuggire al viso che riflette
la terra chiama col suo odore
se non spazzando con il palmo
rotondo di concreto
così da mescolare
si vola in pace facendo tappe brevi
nuovi contorni per abituali spettri
all'orizzonte la lastra aspetta liscia


4 commenti:

  1. Be', questa è difficile. Sento che c'è una chiave, ma non la trovo. Sono abbastanza sicuro che si debba leggere per colonne, e che siano quindi due poesie innestate una nell'altra (due pseudo-sonetti?). Ho provato a leggere a righe alternate ma la sintassi non regge e il pensiero viene portato contemporaneamente in due direzioni (un bell'effetto, peraltor). Da un lato l'ascesa, il cielo chiaro; dall'altro la pioggia, il peso della caduta (per questo "Argento/Piombo"?). In questi versi rimediti alcune recenti esperienze, ma i dettagli sono sfuggenti. Splendida l'immagine del viso riflesso spazzato con il palmo, in cui si appaion spettri. Immerso in questa poesia, non tocco il fondo con i piedi, e questa è un'ottima cosa. Mi dài una mano ad scassinare il lucchetto? :-)

    G

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    1. Ho paura a farti scassinare il lucchetto, perché si potrebbe perdere tutta la magia, come sapendo che dietro il più mirabolante effetto speciale si nascondono file interminabili di 0 e di 1.
      Si tratta di una poesia "pecchiaresca", nel senso di ispirata al modo di comporre versi di Sandro Pecchiari, che sto leggendo e rileggendo avidamente in questo periodo. Prima ho scritto la metà Piombo, poi mi sono arrabbiato con me stesso per cadere così spesso nella cupezza e mi sono imposto di scrivere con lo stesso schema metrico (non è un sonetto né uno pseudo-sonetto, ma sono versi variabili dal settenario al dodecasillabo) un "rovescio della medaglia" ottimista, e così è nata Argento, con un verso finale a raccogliere le due voci, che a volte sembrano leggibili di seguito l'una all'altra, a volte sembrano andare ognuna per la sua strada, cosa che ho voluto lasciare così perché mi piace. Lo so che "perché mi piace" non è un motivo ben radicato nella ricerca poetica, ma è quello che mi muove quando scrivo, e non solo. :)

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  2. Ehi, anche a me è venuto subito da leggerla a righe alternate e l'effetto è stato delizioso! Non mi addentro in ulteriori commenti perchè non sono ferrato, però a me è piaciuta molto :)
    dMartino

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    1. Grazie per il tuo commento Martino, mi fa molto piacere che tu strappi un po' di tempo dai tuoi impegni per leggere i miei poveri versacci. :)

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